sabato 1 marzo 2014

CAPITOLI.Sulla servitù moderna. IV. V.

Capitolo IV: La merce 


“Una merce sembra a prima vista qualcosa di triviale e che si risolve in se stessa. La nostra
analisi ha dimostrato invece che è una cosa molto complessa, piena di sottigliezze
metafisiche e di arguzie teologiche”.

Il Capitale, Karl Marx



È dentro abitazioni anguste e lugubri che accumula le nuove merci che dovrebbero, 
secondo i messaggi pubblicitari onnipresenti, portargli la felicità perfetta. Ma più accumula 
merci e più si allontana la possibilità di essere felice. 

 “A che serve ad un uomo di possedere tutto
se perde la sua anima”. 
Marco 8:36 

La merce, ideologica per essenza, spoglia dal proprio lavoro chi la produce e dalla 
propria vita chi la consuma. Nel sistema economico dominante, non è più la domanda a 
condizionare l’offerta ma è l’offerta che determina la domanda. È così che nuovi bisogni 
sono creati periodicamente e vengono rapidamente considerati vitali dall’immensa 
maggioranza della popolazione: così per la radio, poi la macchina, la televisione, il computer 
e ora il telefonino. 
Tutte queste merci, distribuite in massa in un lasso di tempo molto limitato, 
modificano profondamente le relazioni umane: servono, da una parte, a isolare un po’ di più 
gli uomini dai loro simili, e dall’altra, a diffondere i messaggi dominanti del sistema. Gli 
oggetti che possediamo finiscono per possederci. 


Capitolo V: L’alimentazione 


 “Quel che è un nutrimento per uno è un veleno per l’altro”. 
Paracelso 



 Ma è proprio quando si alimenta che lo schiavo moderno illustra al meglio lo stato di 
decadenza nel quale si trova.

Avendo a disposizione un tempo sempre più limitato per 
preparare il cibo che ingurgita, è ridotto a consumare alla svelta quello che produce 
l’industria agro-chimica.

 Vaga nei supermercati alla ricerca dei surrogati che la società della falsa abbondanza 
gli concede. Anche in questo caso, ha solo l’illusione della scelta. L’abbondanza dei prodotti 
alimentari nasconde in realtà il loro degrado e falsificazione. Si tratta notoriamente di 
organismi geneticamente modificati, di un miscuglio di coloranti e conservanti, di pesticidi, 
di ormoni e altre invenzioni della modernità.

 Il piacere immediato è la regola del modo di alimentazione dominante, così com’è la 
regola di tutte le forme di consumo. E le conseguenze si vedono e illustrano questo modo di 
alimentarsi.

 Ma è di fronte all’indigenza dei più che l’uomo occidentale si rallegra della sua 
posizione e del suo consumo frenetico. Eppure, la miseria è ovunque laddove regna la società 
totalitaria mercantile.

 La scarsità è il rovescio della medaglia della falsa abbondanza. E in un sistema che 
erige la disuguaglianza a criterio di progresso, anche se la produzione agro-chimica è 
sufficiente per nutrire la totalità della popolazione mondiale, la fame non dovrà mai 
scomparire.

  “Si sono convinti che l’uomo, specie peccatrice per eccellenza, domini la creazione. Tutte le 
altre creature non sarebbero state create che per procurargli del cibo, delle pellicce, per 
essere martoriate, sterminate”. 
Isaac Bashevis Singer 

 L’altra conseguenza della falsa abbondanza alimentare è la generalizzazione delle 
fabbriche concentrazionarie e lo sterminio massiccio e barbaro delle specie che servono a 
nutrire gli schiavi. Qui sta l’essenza stessa del modo di produzione dominante. La vita e 
l’umanità non resistono di fronte alla sete di profitto di pochi. 

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